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La pesca sportiva

La pesca sportiva - Tipi e tecniche

Pesca dalla barca

Bolentino

La tecnica più semplice per la pesca sul fondo praticata dal bordo di una imbarcazione ancorata in mare oppure in lenta deriva, e che si adatta a tutte le situazioni, è il cosiddetto "bolentino sottocosta". Per praticarlo è sufficiente una lenza principale o trave di nylon monofilo dello 0,50/0,70 lungo 100 metri, in fondo al quale viene legata una girella con moschettone. questa è praticabile sia "a mano", sia con l'ausilio di canna e mulinello. Sia nel primo che nel secondo caso il recupero sarà facilitato dalla relativa mole dei nostri antagonisti.

TERMINALI: Alla lenza principale dello 0,50/0,70 in caso di bolentino a mano e dello 0,30/0,25 in caso di uso di canna e mulinello, legheremo una girella con moschettone; al moschettone attaccheremo il finale composto da 120 centimetri di monofilo super 0,30/0,35 per la lenza a mano e dello 0,25/0,20 per chi usa la canna. All'inizio del terminale faremo un cappio per l'attacco al moschettone del trave e al termine un'altra girella con moschettone a cui viene fermato un piombo.


Traina o Bigame
Gioco di squadra

Nella traina il segreto fondamentalmente stà nel riuscire ad attirare l’attenzione del predatore verso l’esca che gli viene proposta. In parole povere bisogna presentare il prelibato bocconcino che nuota in acqua libera, nella maniera più spontanea possibile, cercando di nascondere al meglio l’inganno degli ami e del filo. L’esca più valida sarebbe quella di cui normalmente si ciba il predatore in quel determinato tratto di mare; Tutto però in questa pesca come in tutte è relativo in quanto ricciole ed altri predatori possono mangiare di tutto, compreso ricci, polpi e tracine.

Ami: Rigorosamente ami grossi del N. 1/2/4

TECNICA: Si pratica in barca alla velocità di circa 3/4 nodi, si utilizzano canne molto rigide nello stesso tempo molto elastiche per favorire l'azione di recupero. I mulinelli generalmente rotanti con bobine che possono portare anche diverse centinaia di metri di filo. L'attacco del terminale alla lenza madre è tramite nodo alla girella.


Pesca da terra

Pesca all'inglese

La pesca all’inglese in riva al mare si qualifica una tecnica da privilegiare in molte occasioni. Ma per le migliaia di appassionati che tutti i giorni in qualunque stagione frequentano le nostre coste, occorre una sola grande dote: la pazienza. La canna all’inglese è generalmente la bolognese di misura cinque-sei metri adattissima per questo tipo di pesca perchè questa viene praticata dalle scoglere.  Il galleggiante all’inglese viene collegato alla madrelenza solo nel punto inferiore, dove si trova un anellino nel quale s’introduce il monofilo. Questo tipo di connessione consente alla lenza di restare immersa in prossimità del galleggiante e per tutta la sua lunghezza fino alla canna, a patto di tenere la vetta di quest’ultima immersa in acqua davanti a sé, durante l’azione di pesca. In questo modo il tratto di madrelenza disteso tra canna e galleggiante non fa da “vela” al vento di traverso, riducendo di molto la deriva del segnalatore.


Pesca con canna fissa
(canna da punta)

L'attrezzo da pesca più semplice in assoluto è la canna fissa, cioè una canna lunga da 2,5 e fino a 13 metri e più alla cui estremità (vettino) si collega direttamente il finale. Esistono sistemi molto semplici per collegare il finale e altri più elaborati ma di più efficace resa. Il successo della canna fissa risiede non solo nella semplicità dell'azione, ma anche nella sua velocità e precisione. Si potrà infatti rimettere l'esca in acqua più velocemente e con maggiore precisione di una canna da lancio. La lenza si costruisce sempre o quasi sempre impiegando nylon più spessi di 1-2 misure rispetto ai finali. Le lenze più impiegate prevedono da 1  a 2 ami in base essenzialmente alla diffidenza delle specie insidiate e alla loro taglia, cosicché pescando piccoli pesci poco diffidenti sarà sempre opportuno adottare due ami, viceversa pescando pesci di taglia la lenza porterà un solo amo e sarà di spessore adeguato. Ma vi sono ovviamente eccezioni (ad esempio per i cefali). La lunghezza dei finali è invece determinata dal modo di mangiare delle specie insidiate,cosicché per la spigola o l'occhiata o ancora l'aguglia, che preferiscono un'esca fluttuante, i finali vanno dai 2 metri agli 80 cm; per piccoli pesci quali castagnole, boghe, salpe ecc. la lunghezza sarà minima, dai 25 ai 15 cm. Lo spessore del monofilo sarà adeguato alle prede da insidiare, tenendo presente la profondità, la corrente, la taglia dei pesci, la trasparenza dell'acqua, senza però mai ignorare che l'esca deve essere presentata quanto più ingannevole possibile. Cosicché, anche pescando pesci di taglia (tipico esempio i cefali di fondo) non si potranno usare fili "grossi", ma anzi spesso per vedere qualche tocca saremo costretti ad usare fili estremamente sottili. L'abilità sarà allora anche nel portare a guadino la preda. dietro la canna.


Surfcasting

Il surfcasting è la tecnica di pesca più praticata sulla nostra costa; comunemente si intende "la pesca dalla spiaggia", ma non è proprio così: in effetti con questo termine si specifica l'attività di pesca effettuata in presenza di moto ondoso più o meno sostenuto, quindi durante le mareggiate o meglio ancora durante le scadute; infatti è questo il momento preferito dai pesci per cercare nutrimento e di conseguenza anche dai pescatori! Le specie insidiabili con questa tecnica sono le mormore, le orate, le ombrine, i saraghi, le spigole le spigole maculate (a Gela chiamate “bullise”) . Le mormore, le orate e le ombrine sono comunque più presenti in condizioni di turbolenza non troppo marcate, mentre il sarago riesce a nuotare con mare molto mosso, ancora meglio riesce a fare la spigola, in condizioni estreme in cui nessun altro pesce è in grado di vincere la forza delle correnti. Le attrezzature impiegate in questa tecnica devono essere ovviamente idonee alle condizioni spesso estreme viste prima, quindi si parla di piombature sostenute, dai 120gr circa in sù; le canne dovranno essere di conseguenza molto robuste per permettere di effettuare lanci molto lunghi, in quanto per entrare in pesca è necessario superare l'ultimo frangente: questo significa spesso riuscire a lanciare le nostre esche a non meno di 70 metri dalla riva. Imparata la tecnica di lancio rimane comunque da affrontare il problema della scelta dell'attrezzatura, cioè il tipo di mulinello da impiegare, il monofilo, la costruzione ottimale dei terminali, la scelta del piombo più adatto. Per fare un sunto per capire come effettuare un primo approccio, le canne da scegliere delle canne intorno ai 4 metri, di potenza compresa dai 100/150 gr., mulinelli a bobina larga per facilitare l'uscita del monofilo nel lancio, piombi aerodinamici (una varietà enorme!) sui 120gr. circa, terminali non troppo sottili da 0,25 in sù e nemmeno molto lunghi, max 1 metro, per limitare i grovigli in presenza di forti correnti; per reggere lo sforzo iniziale del lancio è indispensabile utilizzare lo shockleader, cioè uno spezzone di lenza più robusto, 0,45-50 lungo circa due volte la lunghezza della canna. Le esche sono numerose, certamente la prima andrebbe a favore dell' arenicola, poiché è appetibile a quasi tutti i pesci, e in tutte le situazioni; poi la sardina a filetto legata col filo elastico, così come il cannolicchio sgusciato, l' americano, gli altri vermi in generale, le strisce di calamaro.

Il vento

Il vento è una componente fondamentale per il Surfcasting e per questo è meglio conoscerlo.

TRAMONTANA (da Nord):
E' un vento molto freddo che di solito porta tempo asciutto, cielo sereno e visibilità ottima.

IL GRECALE (da Nord Est):
E' un vento freddo e intenso caratteristico della stagione fredda.

LEVANTE
(da Est);
E' un vento che, come dice il nome, spira da Est ed è tipicamente estivo.

LO SCIROCCO (da Sud Est):
E' un vento che proviene dal continente africano per cui risulta essere molto caldo e secco.

MEZZOGIORNO (da Sud):
E' un vento meridionale debolissimo che ha un azione scarsamente sentita nei mari italiani.

IL LIBECCIO (da Sud Ovest):
Il libeccio è un vento umido, molto rafficoso e violento che proviene da Sud Ovest.

PONENTE (da Ovest):
E' un vento che, come dice il nome, spira da Ovest ed è tipicamente estivo.

IL MAESTRALE (da Nord Ovest):
E' uno dei venti più intensi e forti che interessano l'Italia.

 

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