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Le Chiese


CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Non lontano dalla porta San Pietro esisteva un insigne Monastero di monache, dell’Ordine di San Benedetto, chiamato di San Giovanni Battista, antichissimo, cui nel 1315 Fra Tommaso Buttiglieri, Vescovo di Cefalù lasciò in consegna una cassa piena di reliquie di Santi. Oggi non esiste più e neanche la Chiesa di San Giovanni Battista; essendo diroccata, è stata costruita la strada Provinciale che porta a Gela. Si notano ancora i ruderi del convento.

SANTA MARIA DEL CASTELLO

Sotto il castello sorgeva la Chiesa di Santa Maria ed era la principale Chiesa di Butera.

SANTA MARIA DELL’ALTO

Anche questa Chiesa non esiste più, era attaccata al Monastero, anch’esso non esistente, ma rimangono ancora vestigia di celle; era collocato ad un miglio fuori del paese, a Nord di Butera, sul terrazzo del Monte Santa Maria Dell’Alto che Re Guglielmo aveva donato ai monaci Cistercensi ivi residenti.

LA CHIESA DELLA MADDALENA

Questa Chiesa sorgeva nella Via Maddalena, oggi non esiste più. Nel vol. I di Gaetani su Butera leggo: "Questa città secondo la numerazione fatta nel 1714, contava 2.803 anime e 1.052 famiglie; ebbe una Parrocchia sotto il titolo di San Tommaso, con oltre 13 Chiese, due Conventi dei PP. Conventuali di S. Francesco d’Assisi, uno nell’omonima Chiesa ed uno a S.M. Gesù ed un Monastero di donne dell’Ordine di S. G. Battista; è compresa nella Diocesi di Siracusa. Al vol. V sempre su Butera, fra tutte le altre cose, si parla di Fra Tommàso da Butera ed anche di Bonaventura Frazzetto, nato a Butera, Frate di S. Francesco.

I CONVENTI DI BUTERA

1) Sul Monte Santa Maria Dell’Alto esisteva il convento dei Cistercensi stabiliti ivi dal Re Guglielmo II, detto il Buono.2)11 Convento dei Frati Minori Osservanti di San Francesco presso la Chiesa "Santa Maria del Castello", l’attuale Orfanotrofio Carmela Cantello. 3)11 Convento delle Suore Carmelitane attiguo alla Chiesa di Santa Maria di Loreto, oggi Madonna del Carmine, ove poi sorse un Conservatorio di Zitelle per opera del Sacerdote Tabone. 4) Un Ospizio dei Templari: ricaviamo la notizia dai libri del Priorato di San Giovanni di Messina, confermato dall’Imperatore Federico con la donazione dei Casali di Ardona e Maltena. Noto in una pianta planimetrica di Butera del 1888 un edificio, con attorno delle Vie Ospizio. 5)11 Convento delle Monache dell’Ordine di San Benedetto, attaccato alla Chiesa di San Giovanni Battista, oggi non esistente. 6)11 Convento dei Frati Francescani nella Chiesa di Santa Maria di Gesù. 7) Riscontro anche che per opera di Simone, primo Signore di Butera, furono donati ai Monaci di Licodia il Convento ed il Tempio di "San Sepolcro di Gerusalemme" ed il Priorato di Sant’Ippolito, entrambi; un tempo, esistenti nel territorio di Butera.

LA CHIESA DI SAN TOMMASO APOSTOLO (OGGI MATRICE)

Nella parte settentrionale della città c’è la Chiesa di San Tommaso, oggi la Matrice, a poca distanza dell’attuale Porta Reale, dalla quale nel 1089 entrò vittorioso il Conte Ruggero. La Chiesa è a croce latina, con cupola e tetto a volta; misura mq. 150 circa ed i suoi lavori di stucco sono di Giovanni Maienza ed i dipinti di Domenico Provenzano. I marmi che ornano gli altari, danno alla Chiesa un aspetto importante e la magnificenza di un bel tempio. La principale Chiesa di Butera allora era San Giovanni Battista, mentre prima era Santa Maria del Castello. Nel 1315 ad opera di Fra Tommaso Buttiglieri, buterese, le vennero donati: il capo di Santa Sofia v.m. e quello di Sant’Orsola v.m. il braccio di S. Mauro, S. Calli-sto, alcune ossa di S. Anastasio, una bibbia antica scritta in carattere gallicano su carta percorina. L’epigrafe ancora si può leggere; il marmo è stato collocato sulla parete della Chiesa a sinistra entrando in sacrestia; nell’epigrafe si legge: - Anno Domini 1315 Dominus Thomas de Butera Procurator regis Siciliae Federici Romae et in Alemania legatus, Santarum reliquiarum misit arcam pro hac ecclesia Santi Lohannis muneribus ditata et 1542 per illustrissimum Episcopum Syracusarum Dominum Hieronum Boninia, aperta et inventis sanctorum reliquiis de sanctis ultra novo transunto illas approbavit. - Quando fu distrutta la Chiesa di S. Giovanni Battista le reliquie vennero trasportate nella Chiesa di San Tommaso Apostolo, l’attuale Chiesa Madre, dove attualmente esistono la testa di S. Orsola ed il braccio di S. Calli-sto. Io personalmente, quando era Parroco Mario Scarlata, frequentando la Parrocchia, vedevo due teste e molte altre ossa, la nicchietta era piena, oggi è vuota. Abbiamo anche una lapide in memoria che porta la seguente iscrizione: - ... tot per actis annis cum ipsa reliquiarum arca non ea maneret decentia Sacerdos Dominus Antoninus Sfragaro Vicarius ob sui devotionem hanc cappellam cum et superius ex suo struete fecit, in qua trastulit sanctorum reliquias ipsas pro debito onore et Dei maiore gloria (petit ut Deum pro eo et suis rogatis et hic funeraria voluit). Actum XII calendis novembris 1633. Nel 1500 la Chiesa di San Tommaso fu scelta come Parrocchia. L’origine della Chiesa però è molto antica come possiamo dedurre da certe epigrafi scolpite su pietra nei muri perimetrali. Il portale centrale della Chiesa porta scolpito l’anno 1195; molti restauri ha subito in passato; in una lapide posta sul muro esterno dell’abside si nota che nel 1684 fu ampliata e ricostruita ad opera dei benefattori: Bar. Carafa CarloInnocenzo Accardo, Giulia Mallia - Gabriele Giurato - Pietro Angelo Sfragara. Altri restauri risalgono al 1829 ed in una epigrafe tra il campanile ed il portone d’ingresso è detto che nel 1829 alla ricostruzione dèlla Chiesa contribuirono tutti i fedeli. Nel 1940, per iniziativa del Par. Mario Scarlata vennero fatti lavori con il contributo dei fedeli, la banconata in marmo per tutto il perimetro interno, ed una lapide, a destra della porticina del campanile, ne porta l’iscrizione. Nella Chiesa abbiamo: 1) Una croce bizantina in smalto del VI secolo, sul battisterio; 2) La pala centrale sull’altare maggiore raffigurante l’Assunzione della Madonna, di grande valore artistico del Paladino; 3)11 battesimo di Gesù, pittura ad olio di ignoto autore del XVII secolo; 4) Un quadro di Santa Maria degli Angeli, del Paladino; 5) Un quadro su tela, pregevolissimo, rappresenta la flagellazione di Cristo, nella parte sottostante il quadro sono scritte alcune parole di Isaia, V verso del salmo 411, datato 1630; 6) Quadro dipinto su tavola, rappresentante San Tommaso Apostolo del 1311; 7) Altro quadro su tavola, rappresentante San Pietro, del 1311: 8) Quadro dipinto su tavola rappresentante Maria Santissima delle Grazie; 9) Quadro dipinto su tavola rappresentante San Giovanni Evangelista; 10) Quadro dipinto su tavola rappresentante San Luca Evangelista; 11) Quadro rappresentante la deposizione dalla croce, dipinto di Rosario Tinnirello, buterese, nel 1765: 12) La statua di Cristo in croce, scolpita da Valentino Riggio di Butera. Durante la Settimana Santa viene portata in processione sul letto di morte a sera inoltrata; 13) La statua della risurrezione di ignoto pittore.



CHIESA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

Questa chiesa era attaccata all’ex convento dei Minori Conventuali, l’antica Chiesa S. Maria del Castello, ove i Cistercensi sino alla metà del secolo XVI amministrarono i Sacramenti (l’antica parrocchia officiata in seguito dai conventuali). Il Convento, fabbricato nel 1577 dal Maestro Lo Monaco per ordine di Francesco Di Paola, gelese, allora possedeva un mulino con sei tumoli di terreno che si dava in gabella ed ancora porta il nome di San Francesco, terra in contrada Difesa e Chiarchiaro. Nella Chiesa si possono ammirare: 1) Una croce in legno sulla quale è dipinto Cristo, opera di Domenico Zampieri, detto il Domenichino, con la scritta ai piedi della croce "Christi passi virtute un que anime fldelium santisfaciunt et a penis delittorum liberatur"; 1631; 2) Quadro dell’assunzione di Maria Vergine, del Paladino; 3) Quadro che rappresenta la Madonna d’Itria, detta Madonna d’Altaniore, che si trovava nel cenobio esistente nel secolo XVI sopra il Monte Santa Maria dell’Alto; 4) Quadro di San Francesco d’Assisi del buterese Rocco Di Martino; 5) Quadro di Sant’Antonio, sempre del buterese Rocco Di Martino; 6) Quadro di San Michele Arcangelo, del buterese Rocco Di Martino; 7) Quadro dell’immacolata con San Francesco ed altra Santa del Paladino; 8) Quadro della Madonna del Rosario; 9) Vi si conserva anche un reliquiario con una teca, ex velo della Beata Vergine Maria. La Chiesa è stata sempre centro del culto dell’Immacolata e tuttora si ripete, nel giorno dell’Immacolata 8 Dicembre, "a Vampanigghia". Conviene descriverla per coloro che non sanno. Durante il periodo antecedente la festa, i ragazzi portano nei pressi della Chiesa, quanto più materiale da ardere possono. La raccolta di questo materiale da bruciare viene fatta andando in giro per il paese e rubando tutto quello che i ragazzi trovano incustodito, correndo il rischio di essere presi a schiaffi ed anche bastonati. La legna accumulata viene bruciata la sera dell’Immacolata. A proposito del Convento di San Francesco, voglio trascrivere quanto segue: M.R.P. MAESTRO MATTEO LO MONACO M.R.P. Maestro Lo Monaco, minore conventuale, chiaro compendio di virtù e illustre oratore. Ai suoi di questo cenobio aveva disperso non poche rendite, e la Chiesa di San Francesco, anchessa si era ridotta senza suppellettili e, quel che più minacciante rovina. Egli, animato di zelo, studiò i titoli del Convento, si fece trasferire a Palermo e ivi, presso il Tribunale del Santo Ufficio e della Gran Corte, mosse lite agli usurpatori, ottenne sentenza e prese possesso degli antichi averi. Nel 1577 innalzò il Convento dei Frati Minori di Butera e per un triennio fu Commissario Generale della Provincia. Morì nel 1602

CHIESA SANTA MARIA DI GESÙ

La Chiesa era stata eretta nel i 1590 accanto al Convento dei Frati Francescani. Dopo fu chiusa al culto per molti anni, perché venne destinata a cimitero. Con delibera del 22.7.1886 venne nominato Rettore della Chiesa il Canonico Ettore Giuseppe Strazzeri. Nel 1900 per interessamento ed insistenza del Rv. Can. Carmelo Caltavituro fu riaperta al culto (funzionava nella sacrestia) e ne venne nominato Cappellano lo stesso Caltavituro. In questa Chiesa si conserva: 1) Una pala in stile bizantino del 1300; 2) Crocifisso artistico del 1700 del Frate Umile di Petralia. Al Cristo il popolo è devotissimo, massimamente per la pioggia, per invocare la quale viene portato in processione per il paese. 3) Bellissima tela rappresentante San Pasquale Baylon, dipinta dal buterese Rosario Tinnirello; 4)11 presepe, chiuso durante l’anno da un enorme quadro ed esposto nel periodo Natalizio. Detta Chiesa oggi è diroccata ed i Sacramenti vengono somministrati nella Sacrestia

CHIESA DI SANTA MARIA DI LORETO

La Chiesa costruita nel 1590, non esiste più, essa doveva servire ai Baroni morti nel territorio di Butera, era nominata Santa Maria di Loreto ed era attaccata all’ex Convento delle Carmelitane. Nello stesso sito venne costruita una nuova Chiesa, Santa Maria del Carmelo. Soppresso il Convento nel secolo XVIII, per opera del Sacerdote Giuseppe Tabone, vi sorse un Conservatorio di Zitelle.

CHIESA DI MARIA SANTISSIMA DELLE GRAZIE

L’attuale Chiesa della Madonna delle Grazie era dedicata allora a Sant’Ippolito Martire. In questa Chiesa si trova il Simulacro del Santissimo Salvatore che viene festeggiato la Domenica delle Palme, una delle grandi Feste Sacre celebre della Città.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

La Chiesa di San Giuseppe è stata fondata nel 1733 dal Rev. Giacomo Faraci. Attualmente in questa Chiesa si trova: 1) Simulacro dell’Hecce Homo (rinvenuto durante la lavorazione della terra con i buoi nell’ex feudo San Nicola?). Era posseduto dalla famiglia Faraci, venne trovato nella nicchia di una casa acquistata dagli avi ditale famiglia in via Bosco. Essendo stata fondata la Chiesa dal Rev. Faraci, forse uno dei suoi familiari, l’ha portata nella Chiesa di San Giuseppe. Questa Chiesa era la sola a non essere consacrata, oggi lo è anch’essa.

CHIESA DI SAN ROCCO

La Chiesa di San Rocco, oggi patrono di Butera, un tempo era dedicata a San Nicolò Vescovo di Mira. Il vero patrono di Butera era San Tommaso Apostolo a cui è intitolata l’unica parrocchia esistente. Gli abitanti però hanno proclamato prima San Giovanni Battista poi S. Vito, titolare della Chiesa omonima, in seguito Sant’Antonio Abate, infine, il 18 Aprile 1683, il popolo proclamò San Rocco patrono di Butera per come attesta il seguente documento che trovasi agli atti dell’archivio della Chiesa di San Rocco che qui trascrivo: «G.M.G. e San Rocco. A 19 Aprile sesta indizione 1683. Si avverte che in questa e sotto questo giorno di Pasqua, radunato tutto il popolo e li signori giurati e capitano, nella Matrice di questa città in presenza del Sig. Vicario Don Carlo Repollino, s’acclamò per nostro protettore e patrono di questa città di Butera il nostro glorioso San Rocco, con grandissimo giubilo di tutto il popolo. Gli officiali del presente sono: Capitano Gabriele Giurato, li giurati: Giuseppe Segala, Dott. Domenico Galante, Alessandro Sammarco, Francesco Ripollino. In questa acclamazione, si trova di presenza il Signor Arciprete di Licata D. Giuseppe Menza, nostro compatriota». Butera possiede una reliquia di San Rocco che è collocata in petto alla statua del Santo, in un bell’ornato d’argento. Tale reliquia venne data alla città di Butera il 27 Aprile 1730 da Frate Angelico di Spaccaforno dei Minori Osservanti Francescani. Molte sono le leggende intorno a San Rocco, una delle quali racconta che «Butera era oppressa da terremoti e pesti, quando apparve sulla spiaggia una cassa galleggiante verso cui si dirigeva un carro trainato da buoi per caricarla e portarla in città. I buoi stanchi e assetati si fermarono in contrada SS. Cosmo e Damiano, che non esiste in territorio di Butera, tranne che voglia riferirsi a Sancicumà che è nei pressi ove sorge la fonte, dove da un roveto scaturì subito acqua a profusione; quel posto, divenuto Sacro, prese il nome di "Acqua della Santa Reliquia". Pervenuta la càssa a Butera, aperta, ne venne fuori un mugolo di farfall4 fra lo stupore dei presenti che subito la richiusero. Più tardi si apprese dal Papa che quelle farfalle, giunte sino a lui, erano il corpo di San Rocco. Riaperta la cassa, vi si trovò un ricco reliquario contenente le ossa del Santo che da allora, ogni anno nel giorno della sua festa si espongono alla venerazione dei fedeli. La Chiesa è stata restaurata diverse volte. Nella Chiesa si trovano: Nove tele di San Rocco dipinte da Domenico Provenzano, mentre sull’altare troneggia il massiccio Simulacro del Santo; un Crocifisso scolpito in legno, forse da un buterese nel convento dei Cistercensi presso il Monte Santa Maria Dell’Alto. La Chiesa è stata eretta a Parrocchia nel 1939 e ne fu Parroco Salvatore Cannizzaro ed oggi Don Filippo Provinzano. Nel 1983 è stata eretta a Santuario. Il culto a San Rocco è stato portato dai Branciforte, Signori di Butera.

MARIA AUSILIATRICE E SAN GIOVANNI BOSCO

La Chiesa di recentissima costruzione (in una terra donata dal Signor Enrico Cipollone) avvenuta con la posa della prima pietra da parte del Vescovo di Piazza Armerina Mons. Catarella, la Domenica in Albis del 1957, era stata eletta a Parrocchia con decreto vescovile del 29.3.1949 ed affidata al Rev. Giuseppe Palmeri, quando svolgeva le funzioni sacre nell’ex spogliatoio del Campo Sportivo di Piano della Fiera.

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