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La Madonna dell'Alemanna


La grande festa in onore di Maria Santissima d’Alemanna è
legata alla Gela medievale (Terranova) e agli eventi della storia e delle leggende locali.
 Ancora oggi, l’8 settembre è un appuntamento atteso da tutti i cittadini, è un’identificazione con le radici della propria fede, è una privilegiata occasione per ritrovarsi insieme.
La bella icona bizantineggiante della Santa ci riporta alla Terranova voluta da Federico II.

Questa tavola è la memoria storica di alcuni avvenimenti significativi della città: quando, durante le incursioni saracene tra i secoli XIV e XV, gli alemanni la abbandonarono sotterrandola in una buca nei pressi dell’altare dell’antica, omonima chiesetta; e quando, intorno al 1450, essa fu rinvenuta “miracolosamente” da un contadino e Maria proclamata patrona della città.
I gelesi attribuiscono alla Vergine dell’Alemanna lo scampato pericolo dal terremoto del 1693 e l’incolumità durante il violento bombardamento navale del 10 luglio 1943.
La festa dura 4 giorni e fin dal 5 settembre, la città illuminata a festa è in grande fermento gioioso. Ci si ritrova al mattino sul lungomare per gustare l’emozione de “ u paliu ‘a ‘ntinna” o “paliantino” (la cuccagna a mare), nel pomeriggio ci si reca alla Chiesa Madre per sciogliere un voto o per un momento di preghiera alla Vergine dell’Alemanna e la sera tutti alle bancarelle un mercato tradizionale dove si può acquistare di tutto
La mattina dell’8 settembre, la Chiesa Madre è meta di una folla che sosta in preghiera davanti all’icona della patrona.
Alle 10.30 il vescovo della Diocesi celebra un solenne Pontificale; al termine, ha luogo in piazza Umberto ’a maschiata in onore della Vergine.
Nel tardo pomeriggio si svolge la processione dell’icona per le vie cittadine, con momenti tradizionali toccanti quali la spogliazione dei bambini e le soste: al cimitero monumentale per affidare i defunti a Maria, al Palazzo di Città per invocare sostegno e sapienza sugli amministratori, al viale Mediterraneo per la benedizione del mare, a Mulino a Vento per raccomandare gli operatori economici e gli operai dell’industria, a Porta Caltagirone chiedendo la protezione della patrona sull’agro gelese.
Questo camminare di Maria, carico di gesti devozionali, che talvolta si presentano come folklore o come spontanea religiosità, è accompagnato dal suono delle bande musicali, intercalato dalle invocazioni a Maria e dalle preghiere dei fedeli, e si conclude in piazza Umberto con una suggestiva fiaccolata, mentre la sacra icona rientra nella chiesa.


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